Tessuti naturali e tessuti sintetici a confronto
Se la nostra etica morale ci porta a vestirci in modo sostenibile e cruelty free è giusto chiedersi se dobbiamo considerare maggiormente green un tessuto di natura vegetale,di tipo sintetico o di derivazione artificiale. Cerchiamo di analizzare i pro e i contro tenendo conto di come in ogni caso la scelta di puntare ad un capo cruelty free o vegan fashion, naturale o artificiale che sia, vada nella direzione giusta di un rispetto dell’ambiente e della vita degli animali a cominciare da come vestiamo che è uno dei fattori chiave della vita quotidiana ed è un modo di far vedere all’esterno e a noi stessi chi siamo e come siamo.
Il contatto quotidiano della pelle con il tessuto è qualcosa che condiziona il nostro benessere psicofisico che cambia in base alla temperatura e a tutti gli agenti esterni, per non parlare delle allergie che in taluni casi possono essere pericolose.
Esiste una tripartizione delle tipologie di tessuti: naturali, artificiali e sintetici.
Tessuti naturali tanti pro e pochi contro
Questo tipo di tessuti hanno origine vegetale o animale, noi per ovvie ragioni caldeggiamo i primi a scapito dei secondi dove è prevista una qualche forma di sfruttamento o sofferenza dell’animale attraverso l’asportazione della pelliccia, anche se in taluni casi vengono osservate delle procedure che in parte riducono (ma non eliminano) la sofferenza dell’animale. Le fibre di origine vegetale (le più comuni lino, canapa, cotone) sono completamente di origine naturale e non prevedono, almeno nelle lavorazioni tradizionali, l’apporto di additivi chimici e quindi non risultano in alcun modo tossici al contatto con la pelle. Il punti di forza maggiormente riconosciuti sono la qualità,la resistenza e la traspirabilità, fattori che determinano costi più elevati ma che voglio dire maggiore durata del tessuto nel tempo e più originalità. I tessuti naturali hanno un’altra sotto categoria nei tessuti naturali biologici che certificano in maniera più completa la naturalità del prodotto e l’assenza di sostanze che possono dar vita in qualche maniera a reazioni tossiche e quindi possiamo tranquillamente definire anallergici.La versatilità di questi tessuti consente la realizzazione di capi adatti a tutte le stagioni dell’anno, il potere termico traspirante fa sì che tengano caldo in inverno e facciano uscire il sudore in estate lasciando una sensazione di freschezza e benessere. Ultima ma non meno importante i tessuti naturali sono completamente biodegradabili, quindi la dispersione nell’ambiente non comporta problemi di lunga durata.
Tessuti artificiali un mix con sviluppi interessanti
Questi prodotti per l’abbigliamento e la moda hanno la caratteristica di partire da materie prime naturali che, con l’aggiunta di elementi chimici, si trasformano in tessuti che hanno caratteristiche proprie sia del prodotto naturale che del sintetico. Esistono additivi ed additivi per questa ragione è essenziale per i tessuti guardare alle etichette e ancor meglio cercare di capire se chi le produce ha ottenuto delle certificazioni ambientali che attestino la biodegradabilità di certe sostanze. Quindi tessuto artificiale non è necessariamente sinonimo di incompatibilità ambientale, va solo accertato in che maniera si produce per capirlo.Alcuni tessuti artificiali:
- acetato
- ryon
- tencel
- cupro
- seta vegetale
I tessuti artificiali possono essere, se rientrano in certi parametri, definiti eco-compatibili. Le loro caratteristiche permettono di conservare la resistenza e la traspirabilità di un tessuto naturale coniugandoli con i minori costi di produzione della materia prima che vanno ad incidere nel prodotto finale.
Tessuti sintetici sicuramente non naturali ma..
Ovviamente quello che salta all’occhio è il fatto che si tratta di filati di origine totalmente sintetica derivati da prodotti di natura organica (ovvero petrolio) che generalmente seguono un processo chiamato polimerizzazione. Abbiamo i pro nei bassi costi, nel non utilizzo di materie prime di origine animale, nella natura non cruelty free dei prodotti ma anche e soprattutto i forti contro nel fatto che per produrli vengono usati derivati dal petrolio, non semplici da smaltire non essendo biodegradabili e che possono risultare tossici a contatto di qualche pelle. Questi tessuti, la cui resistenza è variabile, possono essere migliorati sempre grazie a processi chimici che consentono un minore impatto ambientale specialmente nel momento dello smaltimento.I tessuti sintetici più famosi sono:
- nylon
- polestere
- polietilene
- clorovinile
In conclusione l’ago della bilancia del green barometro fa propendere per i tessuti naturali di origine vegetale, anche se costano di più ed hanno una durata minore duttilità. A ruota vengono i tessuti artificiali, probabilmente nei prossimi anni grazie alla ricerca saranno quqesti che ci riserveranno le maggiori sorprese bilanciando a loro favore i pro e i contro. In ogni caso questi giudizi non sono sommari ma indicativi, lo sviluppo tecnologico se indirizzato a fin di bene potrà portare ad un miglioramento della eco-compatibilità anche dei prodotti sintetici che in ogni caso hanno dalla loro l’essere cruelty free e no fur, questo soprattutto nell’ambito delle pellicce. Indipendentemente da questo consigliamo sempre e comunque il riciclo e il riuso degli abiti usati, vi concediamo in questo caso di farlo in ogni caso, naturale, sintetico e artificiale che sia, questo è sempre e comunque un risparmio per il portafogli e per un beneficio per il pianeta.
Maggiori certificazione per eco-tessuti:
- OEKO-TEX® STANDARD 100
- GLOBAL ORGANIC TEXTILE STANDARD
- CARBON REDUCTION LABE
- GLOBAL RECYCLE STANDARD (GRS)
Info su marchi vegan e cruelty free