Questa pianta dai molteplici usi torna protagonista attraverso la legalizzazione della versione light.
Se non si tratta di una rivoluzione poco ci manca, visti gli anni passati in cui la cannabis o marijuana in Italia era investita da un forte proibizionismo che di fatto la equiparava in maniera folle alle droghe pesanti, mentre ora è possibile produrre e vendere questa pianta a patto che abbia entro lo 0,2 % di THC è possibile ricavarne tessuti freschi e resistenti, prodotti alimentari, mentre l’uso ricreativo è ancora ufficialmente proibito (non è citato nella legge) ed è immerso nelle nebbie italiche tra deliri bigotti, silenzi borghesi e orecchie da mercante in attesa di primavere migliori.

Siamo ancora lontani dalla legalizzazione in stile olandese o californiano ma si tratta di un piccolo decisivo cambiamento culturale, sperando ovviamente che l’attuale maggioranza di governo giallo-verde non decida bruschi dietrofront. Una svolta non solo culturalmente parlando ma anche per tanti altri settori in cui la canapa indiana può essere impiegata ovvero nella moda, nel cibo e perché no nelle cure palliative. Andiamo quindi a scoprirne i principali utilizzi, ovvero il tessile, l’alimentare e… cercando di non cadere in facili luoghi comuni ma parlando della questione in maniera pacata e anti ideologica.
L’oro verde torna tra i campi

L’Italia prima del proibizionismo era uno dei maggiori produttori mondiali di canapa (100 mila ettari) e tessuti naturali derivati da questa pianta dalle tante qualità. Proprio il riuso della canapa come tessuti e filati potrebbe essere un buon volano economico per giovani agricoltori ed imprenditori tessili che vogliono far rivivere in chiave moderna una tradizione antica che un tempo ci vedeva primeggiare. La relativa facilità con cui questa pianta attecchisce e si adatta ai climi assolati fa si che è possibile nella maggior parte dei casi non utilizzare agenti chimici e pesticidi per farla crescere e prosperare. Il recupero di questa tradizione tessile sta già avvenendo da anni ma con grandi difficoltà burocratiche e periodici controlli che di fatto hanno scoraggiato in molti a perseverare, con la diminuzione della pressione si prevede che il mercato avrà un’espansione. Ma non è solo una questione burocratica il merito principale del successo di queste coltivazioni è dovuto alle eccezionali caratteristiche di resistenza e traspirabilità di queste fibre naturali che le rendono anti-freddo in inverno e anti-caldo in estate e destinate a durare a lungo inalterate sia rispetto all’usura che alle tensioni. I risultati sono abiti eleganti, freschi e dai colori spesso primaverili che rimandano ad atmosfere allegre e conviviali, le borse e le scarpe (specialmente i mocassini) e altri utensili o accessori per la moda che oltre ad essere resistenti sono sinonimo di stile, attenzione per l’ambiente e ricerca di una moda etica attenta oltre alla natura anche all’uomo e al lavoro.

Il settore alimentare e non (creme, cosmetici e saponi) è un altro possibile impiego ghiotto della canapa, sono tanti gli alimenti che i semi (ricavati dalla Canapa sativa alimentare) di questa pianta possono rendere speciali. I principali sono il pane, i biscotti oppure crudi nell’insalata o nella produzione di olio per condimento ma tanti altri casi. Trattasi di un alimento completo con ben 8 aminoacidi che consentono la produzione delle proteine di cui il nostro organismo ha bisogno per funzionare regolarmente. Contengono anche ‘grassi’ buoni come omega 3 e 6 ma anche tante vitamine, in particolare la e.
L’uso ricreativo e le polemiche italiote

Come tanti temi che dovrebbero essere affrontati in maniera oggettiva, perché riguardano la sfera personale degli individui, in Italia tutto viene ideologizzato ai fini politici, con tanto di fake news e leoni da tastiera al seguito con beceri commenti da entrambe le parti in cui il buonsenso viene soffocato dagli urli irrazionali degli uni e degli altri. Il non citare l’uso ricreativo della canapa nella legge 242 del 2016 evidentemente fa si che sia tutt’ora proibito fumarsi liberamente una canna anche se con THC bassissimo. La marijuana light ‘libera’ nonostante tutto non poteva non scatenare un polverone facendo gridare allo scandalo molti, pace se una di queste ‘canne’ fa l’effetto pari a un Campari soda preso al bar o che in Italia sia legalissimo alcolizzarsi ed ammalarsi di ludopatia dilapidando stipendi e pensioni alle macchinette di un bar. Ma parliamo ora cosa è diventato legale e cosa non in modo da chiare i dubbi su un business ‘legale’ di cui nelle città stiamo vedendo i primi effetti con il proliferare dei negozi a tema. In ottemperanza alla legge 242 del 2 dicembre 2016 in vigore dal 14 gennaio 2017 ,che ha ricevuto solo nella primavera 2018 il via libera del Ministero delle Politiche Agricole con una circolare che riscrive la disciplina sulla coltivazione e i possibili utilizzi della canapa in Italia. L’uso ricreativo non è menzionato nella nuova legge.
Questi i cambiamenti importanti:
- non serve più l’autorizzazione e la comunicazione per seminare e coltivare piante di canapa con certificazione, fissando il limite di Thc allo 0,2%. Bisogna però conservare con cura i certificati relativi ai semi piantati in modo da comprovare il rispetto della legge;
- se il tasso di Thc risultasse da controlli superiore dello 0,2 ma entro lo 0,6% non vi sono responsabilità del coltivatore, se superiore la polizia o l’autorità giudiziaria possono disporre il sequestro e la distruzione della marijuana ma anche in questo caso l’agricoltore non ha responsabilità;
- contrasto agli ibridi e proibizione della coltivazione di specie non presenti nell’elenco redatto dalla Ue. Il ministero dispone finanziamenti fino a 700 mila euro il miglioramento e l’ampliamento della coltivazione di canapa.
- i semi di canapa legale possono essere utilizzati per la produzione di determinati alimenti come pane, biscotti e tanto altro. Le caratteristiche di questi alimenti sono l’alto valore proteico e la presenza di omega 3 e 6.
Le cure palliative con cannabis in Italia
La coltivazione di marijuana con effetti psicotropi nel nostro paese è proibita eccezion fatta per l’uso terapeutico nelle cure palliative. Solo lo Stabilimento chimico farmaceutico militare dell’esercito a Firenze ha l’autorizzazione a produrla con una percetuale di THC tra il 5 e l’8% consegnata alle farmacie per gli utilizzi autorizzati, mentre come ben si sà l’uso personale è proibito e punito severamente.