L’isola di rifiuti che galleggia nel Pacifico è tre volte più grande della Francia ed è la più grande discarica oceanica del mondo con oltre 1,8 trilioni di pezzi di plastica galleggianti che uccidono migliaia di animali marini ogni anno tra la California e le Hawaii.
Le origini della grande isola di plastica dell’oceano Pacifico
Charles Moore fu il primo a lanciare l’allarme.
Il capitano e oceanografo nordamericano rimase inorridito quando nel 1997 si imbatté in un mare di plastica molto esteso da richiedere, si narra, ben sette giorni per attraversarlo. La scoperta di Moore ha mobilitato la comunità scientifica ed il resto è storia: l’isola di rifiuti nel Pacifico è diventata uno dei sintomi più significativi della crisi ecologica del pianeta.
Due decenni dopo, la grande macchia è un continente di spazzatura di 1,8 milioni di km2 e decine di migliaia di tonnellate di plastica che non smettono di aumentare.
Tuttavia, il continente di plastica del Pacifico è invisibile ai satelliti, poiché oltre il 90% della sua costituzione è costituito da minuscoli frammenti di plastica (le microplastiche) che si staccano dai pezzi più grandi erosi dal mare.
Queste microplastiche, che hanno solo pochi millimetri di diametro, provengono principalmente dagli effluenti terrestri e dagli attrezzi da pesca abbandonati come reti, cesti o gabbie, ma anche dal traffico marittimo. I rifiuti delle barche – negli studi iniziali erano stati considerati di minore importanza – contribuiscono anche ad aumentare questo dramma ecologico.
Quando queste particelle disperse in superficie raggiungono il North Pacific Gyre – un’autostrada circolare attraverso cui passa l’acqua – vengono raggruppate e restituite in forma agglutinata dalle correnti rotanti durante il loro transito nell’oceano.
Il risultato è una grande zuppa di spazzatura galleggiante che va alla deriva tra le Hawaii e la California.
L’aumento della pesca industriale nel più grande oceano del mondo e l’industrializzazione del continente asiatico sembrano le cause principali (ma ovviamente non le sole, è l’intero circolo consumista che aumenta la produzione di rifiuti) sono tra i responsabili dell’inquinamento di plastica.
I danni dell’isola di plastica del pacifico sono enormi
Il danno al regno animale è incalcolabile: migliaia di mammiferi marini e uccelli acquatici muoiono ogni anno scambiando la plastica delle isole di spazzatura del Pacifico per cibo o rimanendo intrappolati nelle reti abbandonate in mare. Nel 2016, un rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione (FAO) ha avvertito della presenza di microplastiche in fino a 800 specie di pesci, molluschi e crostacei.
La nostra salute potrebbe essere gravemente danneggiata da questo accumulo di rifiuti oceanici. La plastica microscopica (microplastiche presenti ad esempio anche nel nostro Mar Mediterraneo) ingerita dai pesci e da altre specie che fanno parte della nostra dieta passa nel nostro corpo attraverso la catena alimentare. Ad esempio, uno studio pubblicato nel 2018 dall’organizzazione Greenpeace e dall’Università Nazionale di Incheon (Corea del Sud) ha scoperto che il 90% delle marche di sale nei campioni di tutto il mondo conteneva microplastiche.
Dove si trova la grande isola di plastica del pacifico?
Il Pacific trash vortex, che italiano potremmo tradurre letteralmente come “grande chiazza di immondizia del Pacifico” dato che è composto prevalentemente da rifiuti in plastica ma non solo, è situato nell’Oceano Pacifico: approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord (fonte: https://digitalcommons.law.ggu.edu/gguelj/vol3/iss1/8/ in inglese).
Quanto è grande?
Siamo di fronte ad una enorme discarica galleggiante grande come l’intero Canada circa 10 milioni di km quadrati.
Video che spiegano e mostrano l’isola galleggiante di plastica nel pacifico
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