Trasformare la passione per una bevanda in un hobby producendo la vostra bionda casalinga!
Quante volte bevendo una buona birra artigianale al bar o al pub ci siamo chiesti ‘ma sarei in grado di fare altrettanto o quantomeno produrre una birra decente?‘ Partiamo dall’assioma che prima di tutto produrre la birra è un’arte antica che affonda le sue radici nei millenni, si pensi che i primi a produrla furono i popoli delle grandi civiltà mesopotamiche, più di 6000 anni fa, ripresa poi dagli egizi ed arrivata a noi con gli antichi romani. Ma in Europa ad appropriarsi e a sviluppare la birra furono i popoli germanici ed i celti che ne fecero la loro bevanda distintiva un simbolo di identità , i monasteri cominciarono a produrla ( i famosi monaci trappisti!) ed a differenziarla arricchendola di sapori, aromi, colori, sfumature e naturalmente gradazione.
Dopo quanto detto: vi sentite in grado di reggere questa importante eredità?
Diciamo che la tecnologia ci aiuta, se ci mettiamo un po’ di passione ancor meglio, se la produciamo e poi la beviamo assieme ad un buon amico il tutto ha un significato ancor maggiore, d’altronde la birra è anche socialità e allegria, oltre che gusto e freschezza.
Siete pronti per produrre la vostra prima birra artigianale? Pronti via!
Impariamo ora come produrre la birra in casa in 8 semplici passaggi. Come tutti i processi elaborati, la produzione della birra artigianale si divide in fasi che è bene conoscere. La prima è quella della preparazione degli ingredienti e degli strumenti che permetteranno di produrre la nostra prima bionda.
Le fasi di produzione sono
1 – Macinazione del grano
Il malto d’orzo deve essere macinato prima di essere usato per fare la birra. La macinazione rompe la buccia del grano, è quel passaggio che permette agli zuccheri di essere rilasciati più facilmente.
La macinazione può essere fatta in molti modi dal più tecnologico all’antico: con mulini a rulli manuali o con mulini motorizzati automatizzati, il che la rende più facile e veloce.
2 – L’ammostamento
La birrificazione è praticamente fare una sorta di “tè” con i chicchi di malto d’orzo. Consiste nel mettere i chicchi di malto in acqua riscaldata a temperature specifiche per ogni fase di saccarificazione, che è la scomposizione dell’amido in zuccheri più piccoli.
Serve affinché lo zucchero nei grani passi all’acqua, formando il mosto.
3 – Chiarimenti
Dopo l’ammostamento, il mosto viene separato dai grani, ma questi hanno ancora una buona concentrazione di zucchero. Per approfittare di questi zuccheri, i grani vengono lavati con acqua calda, il che permette un migliore utilizzo dei grani per quanto riguarda l’estrazione degli zuccheri. Il liquido risultante da questo lavaggio viene aggiunto al mosto precedentemente separato.
4 – Bollitura
Come dice il nome, è la bollitura del mosto pronto. Durante la bollitura, che dura circa un’ora, aggiungiamo il luppolo. Questo può essere aggiunto all’inizio della bollitura (luppolo amaricante), nel mezzo (luppolo da aroma) e alla fine (luppolo da aroma).
La bollitura è anche usata per concentrare, sterilizzare, inattivare gli enzimi, aromatizzare e caramellare alcuni zuccheri, in poche parole è il passaggio in cui diamo alla birra il carattere desiderato.
5 – Raffreddamento
Dopo la bollitura, c’è il processo di raffreddamento del mosto, che serve ad evitare la contaminazione della birra e ad avere una birra più chiara, poiché il raffreddamento rapido provoca la coagulazione di alcune proteine che finiscono per decantare e quindi si riesce a separarle più facilmente dal mosto che verrà passato alla successiva fase della fermentazione.
I metodi di raffreddamento più comuni sono il refrigeratore a immersione, che è una bobina di rame, e il refrigeratore a piastre. In entrambi i casi l’acqua fredda circola e scambia calore con il mosto.
6 – Fermentazione
Dopo il raffreddamento il mosto viene trasferito in un fermentatore, la maggior parte dei birrai domestici usano secchi di plastica. Mettiamo il lievito idratato sul fondo del secchio e versiamo il mosto sopra, in modo da generare una buona miscela e ossigenazione, che è anche importante per il lievito. La fermentazione può essere fatta a temperatura ambiente, ma la cosa giusta è avere una temperatura controllata, che aiuta la fermentazione e non produce sapori indesiderati nella birra. Per il controllo della temperatura usiamo un frigorifero o un congelatore e un termostato, che mantiene il frigorifero a una temperatura impostata dal birraio. La fermentazione può durare da 2 giorni a 1 mese, a seconda del tipo di birra che scegliete di produrre.
7 – La maturazione
Il periodo di maturazione serve a far consumare al lievito i sottoprodotti della fermentazione, il che migliora il gusto della birra. Ci vuole da 2 settimana ad alcuni mesi, a seconda del tipo di birra.
8 – Imbottigliamento e carbonatazione
Il più comune è l’imbottigliamento, ma si possono anche usare i comuni fusti o il post-mix, che è un fusto precedentemente usato per conservare le bibite fatte a macchina. L’imbottigliamento non richiede alcuna attrezzatura specifica, solo un tubo che collega il liquido alla bottiglia ed è tutto. In questo caso, di solito la carbonatazione della birra si fa con il priming, che è l‘aggiunta di acqua con zucchero nella birra in modo che il lievito produce gas e carbonata il liquido già nella bottiglia.
Un’altra possibilità di carbonatazione è la carbonatazione forzata, che è la semplice applicazione di gas di anidride carbonica nella birra. Questo richiede attrezzature più specifiche, come barili e bombole di gas.
Vi abbiamo convinti? Si ma…