Reti, buste in Pvc o in tessuto naturale, i sostituti sostenibili della plastica nei supermercati esistono, spetta ai governi e alla gente la volontà di cambiare.
Nei mesi scorsi il polverone mediatico sui sacchetti di plastica biodegradabile per la frutta e la verdura a pagamento (a 1 centesimo sic!) ha riportato alla ribalta il problema dello smaltimento dei rifiuti di questo materiale che sono un vero e proprio cancro dei mari e degli oceani. Una legge formulata male ha portato alla ribalta un problema non più eludibile.
A parte l’indignazione del popolo ‘webete’ il problema è serio ed investe il futuro stesso dei mari, visto che i tempi di decomposizione della plastica sono lunghissimi (500 anni) e vanno ben oltre il passaggio dei noi tutti in questo mondo, per non parlare dei pesci che quotidianamente rischiano di ingoiare e restare soffocati da questi rifiuti dell’umana inciviltà. Per fermare tutto ciò occorre il buonsenso, l’educazione civica ma soprattutto iniziative decise dei governi per arginare e sanzionare il fenomeno offrendo delle alternative come possono essere le retine, le borse polipropilene o nei tessuti naturali. Oggetti che oltre all’appellativo di eco-friendly possono anche essere considerate realizzazioni di eco-design, unendo una vocazione green con la ricerca della forma e dello stile.
La retina proibita per ora…
Il provvedimento del sacchetto a pagamento è stato pensato e attuato male ma non è sbagliato a priori, bisogna in qualche modo mettere un argine al consumo della plastica a partire da quella che più spesso finisce dispersa nell’ambiente. La soluzione migliore e di buon senso è quella di cercare valide alternative, come per esempio alcuni tipi reti lavabili e riutilizzabili più volte, facili da smaltire e la cui spesa tutto sommato contenuta le rende appetibili al consumatore critico e consapevole. In Italia tuttavia le retine in cellulosa, introdotte da Coop Svizzera nei suoi punti vendita dette multi bag o net bag (così le chiamano negli Usa) sono al momento vietate in quanto il Ministero delle Salute ritiene che con il loro riutilizzo possa determinare delle contaminazioni ambientali e batteriche di frutta e verdura ed è quindi fondamentalmente sbagliato portare busta da casa, almeno per gli alimenti freschi. Una decisione decisamente non condivisibile e che sicuramente verrà rivista in futuro, non vi è una legge che infatti vieta il riutilizzo dei sacchetti di qualunque genere, si tratta di una questione meramente formale e interpretativa. Un bandolo che devono dirimere i ministeri dell’Ambiente e della Salute, con un regolamento interpretativo che valga per l’intera tematica.
Buste in Pvc e polipropilene resistenti e riciclabili
Per quanto riguarda la spesa nel suo complesso sono da anni che accanto ai classici sacchetti di plastica ci sono buste per la spesa in tessuto artificiale e/o sintetici che consentono di fare a meno di acquistare i sacchetti di plastica alla cassa e che sono senz’altro maggiormente resistenti al peso. Le buste di polipropilene provengono in genere da plastica riciclata, in Italia sono comparse per la prima volta negli anni 90’, con un colore giallo sgargiante, nei supermercati Esselunga che coraggiosamente decise di affiancare alle classiche borse un’alternativa. Un’intuizione di successo ripresa nel tempo da tanti concorrenti. Negli anni grafici ed eco-designer si sono sbizzarriti nelle forme e nelle fantasie, cercando di rendere simpatici ed attraenti questi oggetti che in alternativa sarebbero semplici contenitori in materiale non naturale, e che magari un giorno troveranno anche spezio nelle collezioni di design, delineando e raccontando un’epoca di transizione tra il consumismo più sfrenato e incontrollabile verso una società che sà razionalizzare e gestire al meglio i consumi partendo dai materiali di scarto che devono trovare una soluzione alternativa alla discarica. I vantaggi delle borse in pvc? La resistenza, la durata e la possibilità una volta giunta ad un punto di usura di poter finire nella raccolta differenziata, per la precisione nel contenitore della plastica.
Buste in tessuto naturali tra tradizione e innovazione ed eco-design
Resistenti, colorate e dai disegni più svariati, sono le shopper riutilizzabili fatte con fibre naturali come la canapa, il bamboo, la juta o il cotone organico. Hanno una grande versatilità nelle forme per coprire differenti utilizzi, sempre ovviamente nell’ambito dei consumi. Il loro aspetto è stato forgiato da artisti e designer che a completamento dell’opera hanno reso queste borse dei piccoli oggetti cool con frasi, aforismi e disegni che spesso fanno tendenza. Il fatto che possono essere lavate in lavatrice le rende adatte alla spesa anche dal punto di vista igienico e sanitario, la loro resistenza fa sì difficilmente si usurino nel lavaggio e nella temibile essiccatrice. In ogni caso le borse per la spesa in tessuto naturale in genere sono generalmente biodegradabili al 100%.