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You are here: Home / Mobilità Sostenibile / L’automobile a idrogeno un’utopia possibile

L’automobile a idrogeno un’utopia possibile

3 Novembre 2024 di Natural Mania

Intervista all’ingegnere Lorenzo Errico, che ci spiega presente e futuro del brevetto che lo ha reso famoso.

auto alimentata ad acquaPer tanti anni abbiamo pensato che l’elettrico fosse l’unica alternativa possibile alle automobili col motore a combustione. Recentemente molti hanno messo in discussione i veicoli elettrici dal punto di vita economico, visti  i costi di smaltimento, in primis le batterie al litio, di cui cui alcuni contestano anche la pericolosità. Probabilmente è solo una questione di tempo, quello che occorre alla ricerca di fare un vero salto di qualità che consentirà all’elettrico di diventare al 100% una valida soluzione. Ma c’è chi ha tentato di guardare in altre direzioni, come l’ingegnere salentino Lorenzo Errico, che da anni sta cercando di realizzare un auto ad idrogeno che sfrutta un sistema di iniezione elettronica che utilizza l’acqua per produrre energia. Un progetto in divenire, che va avanti da anni e che Lorenzo Errico sta poco condividendo con altri colleghi più giovani per arrivare all’ambita meta per rendere realtà questa sua invenzione brevettata e portata avanti in anni di studio e sacrificio.

Ci racconti del suo brevetto e di quando prevede di poter mettere in commercio la nuova auto?

Innanzitutto volevo premettere che ho 74 anni e mi diverto ancora a fare il bambino prodigio nei laboratori. Comunque questa vettura è stata realizzata 20 anni fa, abbiamo fatto delle dimostrazioni in tutto il mondo: Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Croazia, ma purtroppo non si è trovato modo di realizzare il sogno di tutti, di avere una vettura che con un minimo di idrogeno iniettato nel motore avrebbe risparmiato un po’ di carburante originale, parlavamo del 30/35% addirittura si poteva arrivare al 45/50% utilizzando l’impianto professionale che usavamo noi quello con tanti iniettori quanti ne erano sulla vettura, dipendeva dal numero. Poi non abbiamo avuto fortuna e quindi…Il problema è stato che in qualunque parte del mondo in cui siamo stati hanno apprezzato il lavoro che abbiamo fatto, ma al di la dell’apprezzamento sarebbe stato necessario un minimo di interesse generale e non parliamo di persone normali, ma di capi d’azienda che avrebbero potuto fare la differenze. Purtroppo hanno solo visto gli effetti che faceva il sistema, ma una volta visto non si sono voluti impegnare…

Può provare a spiegarci in maniera semplice il motore che ha inventato?

Diciamo che è un invenzione reiterata diversi anni dopo dall’invenzione di alcuni americani e altri polacchi al di fuori della Polonia, che hanno messo mani nell’elettrolisi, in pratica il sistema è molto semplice trattasi di cellule elettrolitiche che vanno naturalmente calibrate in base alla cilindrata della vettura, più grande è la macchina più grosso è il sistema.  Si tratta di mettere delle celle elettrolitiche in serie farle funzionare con l’elettronica che le acquisisce, ma il bello del mio sistema era che i cavi di funzionamento delle celle o i cavi che  dalle centraline andavano alle celle erano di dimensioni molto ridotte, circa un millimetro e questo ha fatto un po’ la differenza rispetto agli altri che usavano dei cavi da 6/8 millimetri. Con il mio sistema la cella guadagnava  circa il 50/55% in più e quindi come possibilità di litri al minuto ne avevamo qualcuno in più rispetto agli altri impianti che con il modello Faraday, ovvero si fermavano a 11 ampere per 0,6 cc, quindi la parte fondamentale è stata quella di un cavetto da 1 millimetro per ogni cella, ma non è così erano 6/8 cavi che andavano nei reparti principali e alimentavano queste celle ed eravamo in grado di produrre un 63% in più rispetto all’elettrolisi di Faraday. Questa è tutta la parte tecnica, abbastanza complessa da seguire per chi non la sa e abbastanza semplice per chi è dentro l’argomento perché si tratta di costruire una cella, mettervi su dei cavi, mettere su la corrente e il discorso è finito lì. Naturalmente questo veniva fatto con delle centraline adatte alla situazione, con vari sensori come quello di pressione e temperatura, poi uno o più iniettori che andavano a immettere l’idrogeno nella vettura ed era calibrato per ogni cilindrata, questo faceva si che la vettura consumasse dal 20% fino al 45% in meno. Questo è il sistema che ho inventato e che ho recentemente venduto, spero che i nuovi proprietari di Hydromoving rilanceranno il lavoro sino ad ora svolto e porterà diversi clienti. Faremo dei sistemi più piccoli e adeguati alle vetture di adesso e quindi molto più belli perché prima c’era un problema di costruzione, erano fatti  molto con le mani per cui il risultato non era bello da vedere, ma bastava che funzionassero. Adesso grazie ai nuovi colleghi penso di poter dare un prodotto anche bello.

Che ruolo si è ritagliato nel nuovo assetto aziendale?

Sempre progettazione, dovrò dire a tutti quelli che lavoreranno con me come fare, ma la squadra è bella tutta italiana. abruzzese di Pescara per la precisione, e sono ottimista sulla possibilità di fare un buon lavoro perché sono tutti ragazzi intelligenti.  Il primo periodo, di circa un paio di mesi, sarà di addestramento poi li lascio liberi.

A livello di costi di produzione come siate messi?

Fare le celle costa, i serbatoi sono tutti d’acciaio e anche qua i costi sono molto alti, per una macchina media il sistema costerà attorno ai 2500 euro. Siccome questi ragazzi faranno una produzione ad alto regime questi prezzi andranno probabilmente a cadere.

Alcuni considerano l’idrogeno pericoloso, cosa risponde?

Assolutamente no, l’iniettore apre solo ed  è nella camera di scoppio del motore, quindi non fa nessun effetto a noi. Anche se dovesse staccarsi il tubicino la centralina sente che manca l’iniettore e ferma l’iniezione. Le persone presenti nell’auto sono protetti da tutte le parti a 360° quindi si avrà un impianto che è una sciccheria.

Quale sono le criticità che ancora incontra l’auto ad idrogeno?

Il problema è che il motore a idrogeno non è ancora pronto, stanno vedendo cosa fare perché ci sono problemi di iniezione, pressione di iniezione da idrogeno. Penso che sarà pronto tra un anno, massimo un anno e mezzo, una volta pronto il motore e un bel serbatoio che contenga l’idrogeno prodotto da noi o da altri, il motore a idrogeno potrà essere usato come una 500 nel senso che una volta fatto il pieno non ti fermi più. Perciò tutte le fantasie che si dicono sull’idrogeno spariranno, perché nel momento in cui le cose sono fatte bene i problemi spariscono completamente. Io ritengo che fabbriche come Fiat, Bmw, Audi e tutti le aziende che vorranno immettersi nel settore vorranno appoggiarsi ad aziende che già ci operano e producono dei serbatoi fatti come si deve e quindi mantengano per bene sia il serbatoio che l’iniezione.

C’è un iter da seguire per commercializzare un veicolo con caratteristiche innovative?

Assolutamente no, abbiamo fatto circa 500 impianti e nessuno ci ha mai detto che non va bene. Una vettura una volta che non si inquina va premiato, anzi che bastonato. Io sono vent’anni che vado in giro con l’idrogeno in macchina e nessuno mi ha mai detto niente, anzi sono stato io a farlo osservare ai Carabinieri che si sono dimostrati incuriositi.

Che ne pensa, per esempio, delle auto elettriche?

L’elettrico non potrà mai prendere piede in Italia perché noi quando compriamo una vettura acceleriamo.  Anche con l’elettrico si può fare, solo che c’è il pericolo di consumare batteria e restare per strada. Secondo me l’elettrico rimarrà esclusivamente per le città. Per quanto riguarda l’esterno, tranne che lo vorrà comprare consapevolmente, l’elettrico avrà un calo drastico e ci saranno benzina e gas che non inquinano. Verranno immesse benzine alternative che non inquinano. Un auto a idrogeno con 140 megajoule di potenza nella macchina si sente anche se poco, c’è un accelerazione completamente diversa. Quindi l’idrogeno non solo gli da quella potenza in più, ma pulisce tutto ciò che si sporca, per cui pulisce il motore e lo mantiene libero. Penso che tra un anno o due potremmo avere le prime auto a idrogeno. I problemi attuali era stabilire a che pressione l’idrogeno entri nel collettore di aspirazione della vettura e il secondo è dare la possibilità a quelli che fanno serbatoio di farli come si deve. Un serbatoio a idrogeno è spesso 10 cm di materiali completamente diversi. Penso che un volta risolto il problema di mantenere l’idrogeno a 700 bar poi la parte di utilizzo è fare un bel motore che non si fermi dopo 100 mila chilometri. L’idrogeno non è mai usato perché c’è sempre stato infragilimento da idrogeno, i materiali utilizzati per i motori rompevano le scatole all’idrogeno che li poteva colpire o mangiare pian piano, se riescono a risolvere questi problemi con acciai speciali praticamente sono apposto per far uscire la vettura a idrogeno che non esiterei a comprare. Appena il nuovo team sarà a regime andremo per tutta Italia a promuoverci.

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