Intervista a Sandro Degni, fondatore di ‘100 giardini’, esperto nella progettazione di terrazzi e spazi verdi.
Arredare i nostri giardini e terrazze con stile, personalità ed un tocco di sostenibilità, che ci permetterà di goderceli a pieno. Tanti si prodigano nel ‘fai da te‘, mentre altri si affidano a professionisti del garden design che, oltre a guidare nelle scelte giuste di piante e materiali, cercano di personalizzare quanto più possibile gli spazi verdi urbani in modo da renderli piccoli gioielli verdi all’interno delle mura di casa, che permettono di migliorare l’umore, far passare il tempo e organizzare momenti conviviali con parenti e amici. Noi di Naturalmania.it siamo andati a intervistare il milanese, Sandro Degni, de 100 giardini, che da 30 anni circa progetta e realizza spazi verdi e che dal lato della sua esperienza ci racconterà come è evoluto il concetto di giardino nel tempo e come nel concreto realizza le sue opere di garden design.
Innanzitutto prova a presentarti…
Sono Sandro Degni e sono il titolare della ditta 100 giardini di Milano, ci occupiamo di progettazione e realizzazione di terrazze prevalentemente e di piccoli spazi verdi, di piccoli giardini. E’ un lavoro che facciamo da una trentina di anni, cominciamo ad essere un po’ anzianotti nel settore, si tratta di una passione che nasce nei lontani anni 90 ormai, la formazione nel mio ambito è quella della Scuola agraria del Parco di Monza e poi prevalentemente passione e formazione continua, non si può mai mollare da questo punto di vista.
Come funziona nella pratica il tuo lavoro e come ti interfacci al cliente?
Il nostro approccio comincia con un sopralluogo che è fondamentale, sia che sia un giardino sia che sia un terrazzo. In quel momento si capiscono le esigenze del cliente e le esigenze che poi richiederanno le piante successivamente. Il sopralluogo è un momento fondamentale perché è il momento più complicato e difficile quando interagiamo con il potenziale cliente, per poter capire poi cosa si aspetta dal terrazzo o giardino che andremo a realizzare, passata questa fase si comincia a guardare attorno e li si capisce quali possono essere le viste interessanti dal terrazzo, se dobbiamo coprire qualcosa, se dobbiamo valorizzare qualche altra cosa. L’altro aspetto è che cosa vediamo da casa, se vogliamo come facciamo noi portare l’appartamento fuori e il fuori all’interno dell’appartamento diciamo che l’osservazione interna è fondamentale. Li capisci veramente, osservando le varie viste, dove andrà un vaso di un certo colore o una pianta di una certa fioritura o se da casa dobbiamo schermare qualche altra cosa. Dopodiché, fatto questo si procederà con un progetto che verrà ulteriormente ridiscusso, insistiamo molto su questo aspetto perché è fondamentale riuscire a ottimizzare le scelte anche in funzione di quello che vuole il padrone di casa e quindi poi lo si guida passo passo e si andrà a un primo approccio visivo di quello che sarà il progetto, quindi un primo disegno e un primo abbozzo poi il preventivo e infine la realizzazione del progetto.
Tu sei presente nel settore da trent’anni, come è cambiato negli anni il concetto di giardino?
E’ cambiato completamente il concetto, parlare di terrazze e giardini di trent’anni fa è come parlare di due mondi completamente diversi. Intanto l’approccio dal punto di vista di chi richiede un giardino e un terrazzo. I costi 30 anni fa erano maggiori, diciamo che la realizzazione di un terrazzo o un giardino ben fatto è ancora un lavoro costoso, e la progettazione un po’ ci aiuta a mitigare questa cosa, perché una buona progettazione aiuta anche alla mitigazione dei costi. Tuttavia se il lavoro è benfatto continua ad avere un suo costo, ma motivato. Perché la pianta giusta al posto giusto deve durare nel tempo, altrimenti si commettono un sacco di errori. Trent’anni fa c’era un approccio economico maggiore con più disponibilità, quindi c’erano molte più realizzazioni di grossa dimensione e si facevano dei giardini pensili. Adesso se ne parla tanto ma se ne fanno molti meno. Al di la dell’aspetto economico c’era un’attenzione maggiore da parte del cliente in quello che andava a realizzare, non era un mordi e fuggi o un bisogno di avere un terrazzo per fare l’aperitivo. Voglio il terrazzo perché lo voglio, voglio un angolo dove ritirarmi e rilassarmi e quindi c’era moltissima attenzione da questo punto di vista e infatti ci sono ancora terrazze e giardini di trent’anni fa che durano, che son curati e sono meravigliosi. Ora si tende molto a risparmiare, ad avere un terrazzo per un uso e consumo, quindi prato, siepe e barbecue. Fioriera, magari economica, però il barbecue sempre che chiudo in inverno e riapro in primavera. Questo è un approccio negativo, come lo è per esempio l’utilizzo e l’abuso nei giardini di prati e siepi sintetici, poi dall’altra parte c’è tutta una nuova generazione di giardinieri molto più attenti, molto più etici, con un attenzione maggiore e con molta formazione alle spalle che stanno andando incontro alle esigenze del clima realizzando giardini a basso impatto idrico, prati ‘asciutto, piante che possono stare molto di più al sole senz’acqua, materiali meno impattanti sull’ambiente e direi che da quel punto di vista si stanno muovendo molto bene.
Solitamente nei vostri clienti vi è una sensibilità ambientale o è un fattore secondario?
Dopo il Covid c’è stata un’attenzione maggiore perché la gente si è accorta di avere una casa e quindi un terrazzo, chi aveva un terrazzo in quel periodo si è resa conto di quanto fosse fortunata perché non poteva uscire, ma poteva uscire in terrazzo e stare lì tranquillo tra le piante, dedicarsi alle sue cose in un ambiente che non fosse quello delle quattro mura domestiche.
Post Covid c’è stata una reazione smodata, chi aveva un piccolo spazio verde ha fatto di tutto per aprirlo, riempirlo, metterci tavolino, star fuori a mangiare, poi questa cosa è andata scemando e adesso si è stabilizzata con un attenzione media.
Non so quanta attenzione all’ambiente ci sia da questo punto di vista, lo vediamo quando realizziamo che le richieste di tanti, non tutti chiaramente, sono che ‘le piante non devono sporcare‘, ‘i fiori non devono sporcare‘, ‘le foglie non devono cadere‘, diciamo che l’attenzione all’ecologico è relativa.
Quali consigli darebbe a una persona che vuole allestire un piccolo spazio verde? Le cose da evitare e dove occorre prestare attenzione…
Le cose più comuni, che insegno sempre ai miei corsi, soprattutto con gli amatori, sono le piante sbagliate nel posto sbagliato. Ostinarsi a comprare una pianta che magari ci piace tanto, ma che ha bisogno di un’esposizione da pieno sole ed io ho un terrazzo che guarda a nord, la compro perché mi piace ma dopo massimo una stagione muore. Questo è diciamo l’errore più comune, le spesso all’bulimia da acquisto ma non guardano l’esigenza della pianta. Altro errore comune è il contenitore, perché in genere fanno la differenze, nelle fioriere devono essere sempre adeguate alle piante, la scelta dei materiali e dei terricci devono essere di buona qualità. Dobbiamo sempre considerare che se parliamo di un terrazzo le piante rimarranno in un vaso a vita e quindi dobbiamo offrirgli sin da subito il migliore spazio possibile, se parliamo di un giardino, dobbiamo evitare di riempirlo di piante dimenticandoci che poi le piante cresceranno e quindi ci ritroveremo ad avere degli alberi o degli arbusti molto grossi, non riusciamo a gestirli ma ci siamo affezionati e cominciamo a tagliarli malamente per ridurli e l’effetto è negativo. Non esiste un pollice nero, esiste soltanto un attenzione maggiore all’acquisto che si sta facendo o affidarsi a un professionista.
Quali sono i materiali che solitamente utilizzi per fare un buon giardino?
Molto ovviamente dipende dal materiale vivaistico, su quello non bisogna lesinare, nel senso che una buona pianta da vivaio è una pianta che che ci garantisce un successo nel tempo. Poi in giardino, se vogliamo zone dove non crescano le erbacce evitare teli di plastica o materiali pacciamanti tipo lapillo vulcanico sul telo di plastica e invece utilizzare materiali naturali, quando vogliamo usare delle pacciamatura c’è la corteccia di castagno che tiene lontane le erbacce oppure lavorare con le piante tappezzanti che ci possono aiutare un sacco a coprire il suolo in modo da non far crescere le erbacce. In giardino se si riescono a inserire degli elementi come i vasi in cotto, magari qua e la isolati per dare dei punti di riferimento, mentre per quanto riguarda le terrazze, che di fatto è un ambiente molto più artificiale, in base alle dimensioni andremo a scegliere il materiale, noi lavoriamo tanto col metallo che ci permette di avere delle fioriere su misura. Se si potesse tornare a lavorare con il cotto, magari alternato al metallo sarebbe una bella cosa a volte non lo si usa più anche per questioni di pesi o perché effettivamente potrebbero rompersi, le alternative sono le resine rotazionali ci sono diversi marchi che fanno prodotti di plastica di valore che sono di buona qualità, anche estetica. Poi adesso ci sono dei produttori che fanno la fibra di cemento che non è male, non ci sono veramente più scuse per evitare di usare esclusivamente la plastica.
Parliamo ora degli effetti positivi del giardinaggio?
Noi abbiamo visto clienti si sono dedicati alla cura del giardino o dei terrazzi che fanno mestieri completamente diversi, a contatto con il denaro in grandi società, e che curare il proprio spazio verde ha cambiato la vita. C’è gente che ti chiama per dirti ‘ sto comprando delle piante’ e tu ascolti sbalordito, oppure ‘mi sono dedicato al giardinaggio questo fine settimana’ e mi ha fatto bene. E’ una valvola di sfogo importantissima, abbiamo a che fare con degli essere viventi e come tali dobbiamo curarli. Da li in poi, ci sono le tecniche orto culturali che stanno prendendo piede in maniera seria nelle strutture sanitarie, perché aiutano tanto i pazienti a curare e mitigare certe patologie la dove non basta soltanto la medicina. Dove affiancando una terapia ortoculturale si ottengono buoni risultati, primo tra tutti nell’umore,
Ci vuoi parlare di un lavoro di cui vai particolarmente orgoglioso?
In realtà per noi ogni cantiere o un progetto preferito, ogni cantiere ci rendiamo conto che mano a mano lo portiamo avanti e lo finiamo lo sentiamo come una nostra creatura, ieri abbiamo finito una terrazza a Torino dove abbiamo introdotti dei pannelli in salice che la renderanno ancora più accoglienta, stamattina abbiamo lavorato in una terrazza che utilizza solo vasi in cotto che la rendono calda e accogliente. Il progetto più importante di quest’anno è un corso di giardinaggio che abbiamo fatto partire nelle Marche, chiamato ‘orticultura e giardini sostenibili’ è un progetto professionalizzate che segue un p0′ una strada diversa rispetto ai percorsi tradizionali del giardinaggio.
In conclusione, un consiglio spassionato a chi vuole approcciarsi al giardinaggio?
Osservare, uscire di casa, fare una passeggiata nel parco sotto casa e guardarlo, il resto vien da sé eti vien voglia di stare nel verde ed essere circondato dal verde. Si può cominciare da una piccola piantina sul balcone, da un piccolo vasetto con la pianta che ci ricorda l’infanzia e poi di lì se ci lasciamo andare è tutto in discesa.
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