Mangiare insetti anche in Italia?
Per dare il via libera definitivo alla vendita in Italia di insetti per uso alimentare il Ministero della Salute è in attesa del regolamento Ue sul novel food.
Come si sa l’Unione Europea per certe tematiche è piuttosto solerte e in nome delle differenze culturali e del libero mercato, autentico faro che guida le coscienze dei nostri rappresentanti continentali, ha dato il via libera ufficiale alla vendita di insetti nel vecchio continente dal 1°gennaio 2018.
Breve premessa: il nostro pubblicizzare e promuovere una cultura alimentare biologica, vegetariana o vegan è il frutto di scelte ponderate e precise dettate dalle nostre coscienza di individui che non vogliamo in alcun modo inculcare con la forza o con toni saccenti e spocchiosi. E doveroso fare tuttavia una riflessione sulla legittimità non formale, ma morale ed etica di determinate scelte che probabilmente nascondono fini di lucro e business, oltre a quella, parzialmente condivisibile, di permettere ai tanti immigrati di potersi nutrire dei loro cibi per rimanere legati alle tradizioni dei loro paesi di origine che hanno dovuto abbandonare per ragioni economiche e di guerra.
Cosa è eticamente accettabile e cosa no nel mondo occidentale?
Se sparliamo di tradizioni alimentari diverse ed in contrasto con i modelli culinari europei non esiste solo quella asiatica e africana degli insetti, ci viene in mente di fare l’esempio più lampante ovvero quella dei cani in Cina nella provincia dello Guangxi, in special modo nella città di Yulin, dove ogni anno vi è il festival della carne di cane a celebrare questa usanza a noi tanto ‘avulsa’. Perciò in virtù della presenza di tanti cinesi in Europa, perché ai legislatori comunitari non viene in mente di legalizzare la carne di cane? Certo gli insetti non scodinzolano né abbaiano, né riportano la palla se gliela tiri, ma pur sempre animali sono almeno fino a prova contraria. In alcune zona del nord Italia è risaputo che in tempo di guerra (alcuni dicono anche ora) si mangiavano i gatti, perché è risaputo che quando la pancia brontola e fuori vi è solo miseria non si può fare altrimenti. Ora i pochi vecchietti che in quegli anni avevano apprezzato tale usanza e che l’hanno perpetuata in tempo di pace rischiano fino a due anni di carcere e multe salate, ma soprattutto di venire travolti dall’indignazione di un paese troppo attento al benessere degli animali domestici e spesso completamente menefreghista se non ostile verso tutto quello che lo circonda.
Ma torniamo in posti dove la tradizione si somma alla miseria, in certi stati africani dove si è ben lontani dai dibattiti occidentali ‘vegan si o vegan no’ gli insetti sono spesso uno dei pochi alimenti a disposizione, sicuramente a quanto pare uno dei più proteici e nutrizionali; per chi ha meno problemi nella ricerca quotidiana di cibo sono considerati in taluni casi vere e proprie delizie. E’ notizia di questi giorni che in Tanganyka, una regione del Congo ,l’introduzione di una tassa sugli insetti ha scatenato una rivolta delle tribù pigmee che si vedono privare di uno dei pochi cibi a buon mercato e che ha già causato numerose vittime.
E’ forse in virtù delle loro doti proteiche e nutrizionali o agli interessi di alcune multinazionali che i legislatori comunitari hanno provveduto con tanto zelo a legalizzare questo tipo di prodotti di origine animale, pensando che in un futuro prossimo i consumatori europei saranno voraci mangiatori di millepiedi, grilli, bruchi e scarabei? Difficile dirlo, l’unica certezza che il regolamento sul novel food è alla porte e già in Svizzera sono già in vendita pronti per essere introdotti nelle nostre cucine. Ironie a parte sono quasi 2000 gli insetti dichiarati commestibili e che ogni giorno vengono consumati da un bacino d’utenza considerevole (si parla di 2 miliardi), con il sigillo della Fao che da qualche anno ne promuove il consumo per combattere la malnutrizione. Le maggiori critiche sono state espresse in Italia da associazioni agricole come la Coldiretti che ha lanciato l’allarme circa la tranciabilità dell’origine di tali animali oltre alle perplessità relative all’introduzione di generi alimentari estranei alla nostra cucina. Nel corso di questo 2018 vi saranno senz’altro novità che non mancheremo di segnalarvi, a noi ci viene da chiederci che faccia farebbe il grande Alberto Sordi nella celeberrima scena di ‘Un americano a Roma’ se al posto di yogurt e mostarda si fosse trovato a mangiare un piatto di vermi fritti!! (cit. Maccarone, m’hai provocato e io te distruggo).