App e sensori possono consentire ai cittadini di creare mappe che segnalino i livelli di inquinamento della propria zona in modo da fornire un quadro aggiornato e interattivo del fenomeno.
Nelle città italiane è sempre più emergenza inquinamento, complice il riscaldamento climatico, gli incendi boschivi e naturalmente le auto e le industrie. I centri urbani, specialmente quelli del nord, soffrono come non mai un accumulo, oltre la soglia limite di 50 microgrammi giornalieri per metro cubo, di polveri sottili o PM10. A pagarne il prezzo sono naturalmente i cittadini, i numeri parlano chiaro e sono impietosi in fatto di malattie legate alle vie respiratorie, aumento delle allergie e migliaia di morti premature riscontrate soprattutto nelle fasce deboli.
Cosa può fare il cittadino per difendersi da questa situazione? Innanzitutto ricordarsi di tutto ciò nella cabina elettorale quando vengono rinnovate le amministrazioni. Mentre nella vita di tutti i giorni la tecnologia e la buona volontà dei cittadini possono dare un aiuto concreto e importante per prevenire le conseguenze dell’inquinamento e tentare di proteggere noi stessi e i nostri cari.
Ecco due esempi in cui ricerca, innovazione e senso civico possono fare la differenza.
Conoscere la qualità dell’aria attraverso una mappa interattiva
Trattasi di un sistema interattivo denominato MonIQA consultabile tramite computer o scaricandosi la app Android sul proprio smartphone. In questa mappa, costantemente aggiornata aggregando i dati provenienti dalle varie Agenzie Regionali per la protezione dell’ambiente, sarà possibile osservare il livello di qualità dell’aria nella propria città e di conseguenza essere a conoscenza dei rischi a cui si va incontro nell’attraversare aree trafficate e a rischio inquinamento.
Per la sua realizzazione vengono misurati sei indicatori:
- particolato atmosferico (pm10 e pm 2.5)
- biossido e monossido di azoto (No2)
- ozono (O3)
- monossido di carbonio (CO)
- biossido di zolfo (BO2)
- benzene (C6H6)
Facendo una media tra ognuno di questi dati è possibile misurare l’indice di qualità dell’aria fornendo un dato sintetico e di facile impatto. In pratica viene fatta la divisione tra l’inquinante e il suo limite di legge stabilito nel decreto legislativo 155/2010. Viene stilato un indice con 5 classi (ognuna con un colore diverso) a carattere cautelativo in cui viene preso in considerazione il risultato peggiore tra gli inquinanti considerati.
Classi:
- buona
- discreta
- mediocre
- scadente
- pessima
La mappa interattiva monIQA è una lavoro realizzato dal Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’Università di Pisa e dal Laboratorio Nazionale Smart Cities.
I cittadini per l’aria in difesa di Milano
Nel capoluogo lombardo, cuore pulsante dell’economia italiana, lo scorso inverno sono stati gli stessi milanesi tramite un’iniziativa dell’associazione ‘cittadini per l’aria’ a monitorare la qualità dell’aria, soprattutto per il biossido di azoto (NO2) in modo, dati alla mano, da poter far pressione sull’amministrazione perché intervenga in difesa della salute pubblica nei luoghi maggiormente a rischio. Più di 200 cittadini residenti in diversi punti della città si sono resi disponibili dall’11 febbraio all’11 marzo scorso a misurare, attraverso un kit a loro consegnato, il livello di biossido di azoto in modo da formare una mappa interattiva che segnali i livelli riscontrati nella loro zona. I risultati sono stati sconfortanti il 96% dei kit hanno misurato valori superiori ai limiti consentiti dalla legge. L’intento de ‘i cittadini per l’aria‘ è quello di creare una rete nazionale ed europea che riesca a condividere in rete dati, idee e progetti per il miglioramento della qualità dell’aria nei centri urbani in nome della salute delle generazioni future.