I temi legati alla protezione dell’ambiente sono tra i grandi assenti nel dibattito politico pre-voto dominato da promesse poco credibili.
Manca meno di un mese alle elezioni del nuovo Parlamento italiano ed imperversa in tv, giornali e sui nuovi spazi che offre la rete la campagna elettorale fatta di insulti, offese, promesse da venditori di pentole, sparate in maniera uguale da destra e una sinistra, passando per il presunto purismo etico pentastellato. Tra togliere tutte le tasse possibili, rendere l’Italia un paese sicuro dai cattivi emigranti con rastrellamenti di massa e ruspe nei campi rom, andare all’Università gratis magari con una scatola di cioccolatini in omaggio, abolire il canone Rai, renderala insomma il paese del bengodi che fine hanno fatto le questioni ambientali? Lo sviluppo della green economy? La lotta all’abusivismo e al dissesto idrogeologico?
Cerchiamo di fare una riflessione semiseria partendo da come è stata affrontata negli ultimi anni la questione ambientale per capire di che pasta sono fatti candidati e i partiti che ci andranno a rappresentare in Parlamento. Negli anni la sensibilità ambientale (chiamasi animalismo o altro) media è cresciuta in tutte le forze politiche, questo va detto, anche se spesso risulta essere limitata ad alcune tematiche specifiche (vegan si vegan no), dettata da mode del momento e poco concreta. Le tematiche raramente vengono connesse l’una con l’altra, cercando di fare un discorso complessivo della questione ambientale che ha molte sfaccettature e può essere anche un volano di sviluppo.
Con tutta evidenza le tematiche ambientali portano pochi voti o almeno non li portano come le promesse da marinaio di abbassare le tasse.
Il cosiddetto italiano medio, se proprio vogliamo etichettarlo, è senz’altro più sensibile alle tematiche animaliste in un misto di pietismo e commiserazione per i teneri cuccioli e gli animali abbandonati, poco importa se crolla una collina su delle abitazioni, se si allaga un intero paese per un acquazzone o crollano case con piccole scosse sismiche, non avviene in casa loro questo basta, ed ecco difatti politici vari ad apparire con tanti Dudù nei giornali e in televisione.
Maggioranza che cambia condono o sanatoria che trovi
Come pensare che la lotta abusivismo possa far breccia nel paese dei condoni? Non è semplice ma chi lo fa ed ha coraggio di mettere nel programma la legalità in tutte le sue sfaccettature, fa un grande passo per la crescita morale di questo paese. Lotta senza quartiere al cemento selvaggio ed ai furbetti che continuano a costruire certi che un giorno ci sarà un condono o una sanatoria. Queste persone è triste dirlo negli anni hanno trovato vari riscontri alle loro teorie in maniera biparti-san perché se è vero che il governo Berlusconi è stato promotore di vari condoni edilizi e fiscali anche il Pd e il centro-sinistra non è stato da meno, nell’ultima legislatura non solo si è guardato bene di far approvare la legge contro il consumo del suolo stava per essere approvata una sanatoria che giustificava una sorta di ‘abusivismo di necessità’ (Ddl Falanga) fortunatamente mai approvato per le proteste del mondo ambientalista e di parte della maggioranza. Per par condicio è giusto ricordare che sempre di ‘abusivismo di necessità’ si parlò durante la campagna elettorale per la Regione Sicilia ma per bocca incredibile dirlo del M5s.
Inquinamento in città, tra smog e polveri sottili
Se l’Italia a parole è sempre stata a livello internazionale una grande sostenitrice della lotta ai cambiamenti climatici e dell’accordo sul clima di Parigi basta aprire i giornali e scoprire il paradosso di come gran parte delle grandi città, soprattutto del centro nord, soffocano nello smog superando per diversi giorni l’anno i limiti di legge. Impietosi sono i dati degli ultimi anni sulle malattie legate all’apparato respiratorio, le allergie e le malattie cardiovascolari. Sul banco degli imputati per prime le temutissime polveri sottili (PM10), ma soprattutto le amministrazioni che non riescono a venire a capo di una situazione paradossale che mette a rischio la salute dei cittadini soprattutto le fasce più deboli come gli anziani e i bambini . Cosa prevedono di fare le forze politiche a livello nazionale per contrastare questa tendenza? Siamo sicuri che anche questa tematica non porti voti? Meglio parlare dell’abolizione del canone Rai (sic!).
Dissesto idrogeologico e terremoti vari
Tutto è collegato da un filo: il consumo del suolo, gli abusivismi sono infatti tristemente legati al dissesto in cui versa il nostro territorio da nord a sud. E’ vero ci sono i cambiamenti climatici che hanno reso i fenomeni naturali avversi più estremi, ma questo non giustifica che ogni volta che piove in maniera significativa in qualche posto del bel paese si allaghino strade, straripino fiumi e crollino colline. Parliamoci chiaro vuol dire che qualcosa non va e che molto negli anni non si è fatto! Si sa l’Italia è un paese prevalentemente collinoso e con migliaia di chilometri di coste, con tanti piccoli fiumi e canali, ma anche questa è una giustificazione che non regge. Qualcuno ha disboscato le colline per costruirci, ha coperto i fossi interrandoli o si è semplicemente scordato di pulirli, per non parlare di case costruite su scogliere o a pochi metri dal mare fregandosene della pineta o delle dune sabbiose. Va tutto bene fino a che non arriva l’alluvione, la scossa di terremoto, di quelle che in Giappone fanno tanto tremare ma che non uccidono nessuno, o la slavina che va a seppellire l’albergo costruito ai piedi della montagna. Siamo il paese delle eterne emergenze e dei furbi diciamocelo una volta tanto e spesso i furbi e i vittimisti lo siamo un po’ tutti. Quante persone il 4 marzo andranno a votare pensando anche a queste tematiche?
Energie rinnovabili e raccolta differenziata
Eppur si muove diceva Galileo. Della serie ci sono anche buone notizie in questo paese, anche sul fronte ambientalista. Nelle fonti rinnovabili (17% dei consumi) e nell’efficienza energetica se una volta l’Italia era una cenerentola inadempiente ora siamo tra i paesi maggiormente all’avanguardia e competitivi, grazie anche agli incentivi dati negli scorsi anni ed ora sempre più altalenanti. Anche nella raccolta differenziata ci siamo dati da fare e anche il sud dopo l’emergenza monnezza a Napoli si è messo in riga anche se ci sono zone del mezzogiorno ancora piuttosto indietro. Cosa avranno intenzione di fare le forze politiche anche in questo versante? E’ ancora lungo il cammino azzerare la produzione di energia derivata dal carbone ma è un obbiettivo che la tecnologia assieme alla volontà politica può raggiungere nel nome della salute dei cittadini.